Al Sindaco di Patrica

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e p.c. Al Prefetto di Frosinone

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e p.c. Alla Procura della Repubblica di Frosinone

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Il sottoscritto Ing. Bufalini Gianluca, in qualità di Consigliere Comunale di minoranza del Comune di Patrica, essendo stato impossibilitato a partecipare al Consiglio Comunale dello scorso 22.12.2017 per motivi di salute, con la presente lettera voglio ribadire a codesta Amministrazione la mia totale contrarietà a quanto deliberato al punto n.5 all’o.d.g. del Consiglio Comunale del 22.12.2017 riguardante il “Progetto della Bacucco S.p.A.” e l’adozione del Programma Integrato di Intervento in località S.R. 156 Monti Lepini in variante al vigente Programma di Fabbricazione – L.R. 22/97, L.R. 21/09 e Art. 4 L.R. 36/87

Con l’occasione, metto a conoscenza delle mie osservazioni anche le Autorità competenti (Prefetto e Procura della Repubblica di Frosinone) affinché anche Loro possano valutare il contenuto delle stesse.

 

Con il Consiglio Comunale del 22.12.2017, l’Amministrazione Fiordaliso ha approvato l’adozione di un Programma Integrato di Intervento in località S.R. 156 Monti Lepini in variante al vigente Programma di Fabbricazione ai sensi della:

- Legge Regionale N.22 del 26/06/1997

- Legge Regionale N. 21 del 11/08/2009

- Art. 4 della Legge Regionale N. 36 del 02/07/1987

Tutte e tre queste Leggi Regionali, non parlano di Programma di Fabbricazione; la legge che invece fa riferimento al Programma di Fabbricazione è la Legge Regionale N. 38 del 30/12/1999 e questa è importantissima perché è la norma urbanistica per il Piano Regolatore e il Piano di Fabbricazione.

La L.R. 38/99 è importantissima e va citata perché l’Art. 65 – comma 3 recita quanto segue:

L.R. 38/99 - Art. 65 Termini per l’adozione dei PUCG - Comma 3

3. I comuni dotati di programma di fabbricazione possono apportare a tale strumento urbanistico soltanto le varianti derivanti dall’approvazione di progetti di opere pubbliche di cui all’articolo 1, quarto e quinto comma della legge 3 gennaio 1978, n. 1 e successive modificazioni.

Quindi dato che noi oggi a Patrica abbiamo solo il Piano di Fabbricazione, le uniche modifiche che potevamo apportare erano relative ad opere pubbliche.

Quindi il primo punto fermo di tutta la vicenda è proprio questo:

l’opera in questione della BACUCCO S.p.A. è oppure no una opera pubblica? Assolutamente non è un’opera pubblica, perché trattasi di un’opera di edilizia privata e non pubblica, composta da N.12 fabbricati con destinazione residenziale, servizi, direzionale, commerciale, sportivo e turistico ricettivo, quindi questo tipo di variante al Piano di Fabbricazione non è prevista dalla normativa. 

Si sta quindi cercando di mascherare questa opera privata con le opere compensative di urbanizzazione come “la scuola, strade, parcheggi, fogne, illuminazione, ecc.” facendola quindi passare per un’opera di interesse pubblico anche quando è evidente e palese l’interesse privato prevalente.

Inoltre la Società Bacucco S.p.A., anziché pagare gli oneri di urbanizzazione al Comune di Patrica, propone e ottiene dal Comune di realizzare una scuola come opera compensativa, ma è bene ricordare che sul territorio ci sono già diverse scuole di cui una chiusa (località Tufo) perché non necessaria e una concessa a privati (asilo nido in località Quattro Strade).

Ma questa amministrazione non parlava di rilancio del Centro Storico di Patrica? Se mai venisse realizzata la nuova scuola in località Bacucco, come conseguenza verrebbe subito chiusa la scuola elementare e medie del capoluogo.

 

Trattandosi poi di un Programma Integrato di Intervento, la legge di riferimento è la Legge Regionale 22/97.

L’Art.1 della L.R. 22/97:

La presente legge disciplina, nel rispetto dei principi stabiliti dall'articolo 16, commi 1 e 2, della legge 17 febbraio 1992, n. 179, la formazione e la realizzazione di programmi integrati di riqualificazione urbanistica, edilizia ed ambientale finalizzati ad una più razionale utilizzazione e riorganizzazione del territorio della Regione, ed in particolare del patrimonio edilizio e delle infrastrutture in esso presenti.

Questo significa che lo scopo di questa Legge e quindi del Programma Integrato di Intervento è il recupero e la riqualificazione urbanistica di un’area urbana degradata, mentre noi stiamo parlando di una zona agricola che non và ne recuperata e ne riqualificata, anzi al contrario, è una zona agricola ad alto valore ambientale e l’art. 2 della stessa L.R. 22/97 lo specifica anche meglio.

 

Art. 2 - Caratteri del programma integrato

1.     Il programma integrato consiste in un progetto operativo complesso, di interesse pubblico, con rilevante valenza urbanistica ed edilizia, ed è caratterizzato dalla presenza di pluralità di funzioni, dall'integrazione di diverse tipologie, ivi comprese le opere di urbanizzazione e le infrastrutture necessarie per assicurare la completezza e la piena funzionalità dell'intervento stesso, e da dimensioni tali da incidere sulla riorganizzazione del tessuto urbano.

Quindi con questo articolo, viene ribadito ancora una volta quale sia il vero scopo di un Programma Integrato di Intervento, cioè quello di riqualificare l’urbanistica di un territorio.

Nella zona in questione del Bacucco, non c’è nessuna urbanizzazione, è una zona agricola da decenni e rimasta con questa vocazione agricola da oltre mille anni, quindi questa area non rientra proprio nella casistica prevista dalla L.R. 22/97.

 

Art. 2 - Caratteri del programma integrato

2.     Il programma integrato può essere localizzato soltanto sul territorio di comuni provvisti di strumento urbanistico generale approvato e può interessare immobili pubblici e/o privati. La sua realizzazione può avvenire anche attraverso la compartecipazione di soggetti pubblici e/o privati, con rispettivi apporti di risorse finanziarie.

Attenzione, non dimentichiamoci mai che l’ Amministrazione Fiordaliso ha più volte dichiarato di stare lavorando al nuovo strumento urbanistico e invece contestualmente che cosa fa? Approva una variante al vecchio strumento urbanistico in uso dagli anni 70. 

Perché modificare il vecchio Piano di Fabbricazione degli anni 70 quando si è fatta una intera campagna elettorale parlando e sparlando di voler portare avanti il nuovo Piano Regolatore (PUGC), finalizzato a voler ridare dignità alle contrade e contestando invece quanto proposto dalle precedenti Amministrazioni?

 

Aggiungo inoltre, che nella proprietà della Bacucco S.p.A., non ci sono immobili, ci sono soltanto N.2 casali storici che non si posso neanche toccare perché di rilevante interesse storico ed architettonico.

Al successivo comma 3, si definiscono poi le casistiche:

Art. 2 - Caratteri del programma integrato

3.     Fermo restando quanto indicato al comma 1, il programma integrato riguarda essenzialmente:
a) aree interne e contigue ai perimetri urbani come definiti dagli strumenti urbanistici al cui interno siano presenti aree degradate in tutto o in parte edificate e si riscontrino carenze di strutture e di servizi;

La zona in questione della Bacucco S.p.A. rientra in questa casistica? Assolutamente NO.

La zona in questione non è degradata, non ci sono infrastrutture esistenti, non c’è necessità di servizi perché è campagna.

 


b) centri minori oggetto di sensibili sviluppi insediativi con servizi inadeguati;

La zona in questione della Bacucco S.p.A. rientra in questa casistica? Assolutamente NO.

Qualora ci fosse ad esempio già una lottizzazione senza opere di urbanizzazione, senza acqua, senza corrente, senza le fogne, senza le strade, allora SI.


c) nuclei di urbanizzazione rada e diffusa, privi di servizi ed elementi infrastrutturali, nonché di una specifica identità urbanistica;

La zona in questione della Bacucco S.p.A. rientra in questa casistica? Assolutamente NO.

Ripeto, nel caso specifico ci sono soltanto N.2 casali che hanno una specifica caratteristica urbanistica. Sono due casali storici da ristrutturare si ma di alto valore storico.


d) parti di centri urbani con forti fenomeni di congestionamento;

La zona in questione della Bacucco S.p.A. rientra in questa casistica? Assolutamente NO.

Nella zona in questione, non esistono centri urbani.

 

e) aree con destinazioni produttive o terziarie dismesse, parzialmente utilizzate o degradate, ma con forte capacità di polarizzazione urbana.

La zona in questione della Bacucco S.p.A. rientra in questa casistica? Assolutamente NO.

In questa area, non esistono capannoni abbandonati, non esistono aziende abbandonate.

 

Poi il comma 4, Art. 2 della stessa L.R. 22/97 puntualizza ancora meglio la nostra situazione.

 

Art. 2 - Caratteri del programma integrato

4.     Il programma integrato può comprendere anche zone agricole contigue ai perimetri urbani come definiti dagli strumenti urbanistici, escluse quelle di pregio ambientale.

Nell’area in questione della Bacucco S.p.A., il pregio ambientale viene ribadito dal PTPR (Piano Territoriale Paesistico Regionale) che individua l’area come paesaggio di alto valore agricolo.

Inoltre ci troviamo a ridosso del Fiume Sacco e l’intera area ricade in zona SIN.

 

La zona in questione inoltre, non è contigua ad una zona urbana e quindi non va a completare nessuna area urbana. Non c’è nessuna contiguità tra la zona urbana e questa zona agricola al cui interno si vuole inserire il presente Piano di edilizia privata.

Inoltre nella zona in questione c’è anche il “pregio ambientale”: valore ambientale, storico, culturale e archeologico.

 

 

 

Nella delibera di Consiglio Comunale del 22.12.2017, viene citato il Piano Casa che è regolamentato dalla L.R. 21/2009, ma ricordiamoci sempre che nell’area in questione abbiamo solo due casali storici a cui non è applicabile il Piano Casa e ce lo dice la

 

L.R. 21/2009 al Capo II, Art.2 – comma 2:

2. Le disposizioni del presente capo non si applicano agli interventi di cui al comma 1 da effettuarsi su edifici realizzati abusivamente nonché:

h) su casali e complessi rurali, ancorché non vincolati dal PTPR, che siano stati realizzati in epoca anteriore al 1930.

Nel nostro caso, i due casali in questione, non sono vincolati dal PTPR, ma se ci rivolgessimo all’Archivio di Stato, scopriremmo che sono entrambi presenti nell’archivio gregoriano dell’800 e infatti qui troviamo entrambi i casali in questione:

-        Casale San Pietro

-        Casale Bacucco

 

Nel caso in questione, il Piano Casa parla di demolizione con ricostruzione, ma di che cosa se nell’area in questione non c’è niente da demolire se non questi due casali storici?

 

Al massimo potremmo ipotizzare un cambio di destinazione d’uso dei due casali esistenti, si potrebbero ad esempio trasformare in un agriturismo, non di sicuro non serve a tale scopo un Piano Integrato di Intervento.

 

 

Inoltre viene citata anche la norma riguardo lo snellimento delle procedure, la L.R. 36/1987, ma il nostro Piano di Fabbricazione essendo un Piano Regolatore a tutti gli effetti e dato che stiamo parlando di una variante al Piano stesso, deve sottostare alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica):

-        Ci deve essere il rapporto ambientale,

-        Deve essere pubblicato sul Bollettino Regionale,

-        Poi scattano i famosi 60 giorni per le osservazioni,

 

Siamo sicuri che potete escludere la VAS, in quanto già espletata nel 2010 per l’iter iniziato e poi interrotto e mai approvato per il vecchio PUCG dell’amministrazione Belli?

 

Ma non avevate sempre detto che il vecchio PUGC dell’amministrazione Belli era tutto da rifare?

La VAS del vecchio PUCG dell’amministrazione Belli è un documento tecnico e amministrativo che fotografa appunto le ipotesi progettuali del vecchio PUGC e che nulla a che fare con la variante al Piano di Fabbricazione da voi proposta.

 

Tutta quella discussa fino ad ora, è la fase normativa che voi stessi avete citato nella delibera di Consiglio.

Torniamo ora alla Norma Urbanistica che però voi non citate, cioè la famosa L.R. 38/1999.

Art. 2 (Finalità delle attività di governo del territorio e definizioni)

Le attività di governo del territorio sono finalizzate alla realizzazione della tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio stesso, nonché al miglioramento qualitativo del sistema insediativo ed all’eliminazione di squilibri sociali, territoriali e di settore, in modo da garantire uno sviluppo sostenibile della Regione.

Ai fini della presente legge:

a) per tutela dell’integrità fisica del territorio si intende la considerazione dei connotati materiali essenziali dell’insieme del territorio e delle sue singole componenti sottosuolo, suolo, soprassuolo naturale, corpi idrici, atmosfera e la loro preservazione da fenomeni di alterazione irreversibile e di intrinseco degrado, nonché il mantenimento delle diverse componenti fitoclimatiche esistenti;
b) per tutela dell’identità culturale del territorio si intende il mantenimento dei connotati conferiti all’insieme del territorio e alle sue componenti, dalla vicenda storica, naturale ed antropica;
c) per sistema insediativo si intende il complesso dei siti e dei manufatti destinati a soddisfare, con una corretta integrazione, le esigenze abitative, produttive, ricreative, di mobilità e di relazioni intersoggettive;
d) per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di fruire delle risorse del territorio, comprese quelle storiche e culturali, per il soddisfacimento delle proprie necessità, coniugando la qualificazione dei sistemi insediativi con la preservazione dei caratteri del territorio.

Questo articolo definisce in modo chiaro che quanto voi volete realizzare è contrario alla Norma perché noi ci troviamo davanti un territorio intatto che ha mantenuto caratteristiche ambientali, storico-culturali da millenni con una continua sovrapposizione degli stili architettonici, della cultura dell’uomo, dall’epoca Repubblicana fino ad oggi con degli edifici rurali che hanno mantenuto il loro carattere originale anche se ora da ristrutturare perché abbandonati da anni ma pur sempre integri, un’area archeologica censita che non è mai stata scavata come ci dice a chiare lettere la Sovrintendenza.

Questa zona, dal punto di vista archeologico, non è mai stata indagata, sono stati fatti solo dei ritrovamenti sporadici.

Capo II - Art. 3 (Pianificazione territoriale ed urbanistica)

2. La pianificazione territoriale ed urbanistica regola le trasformazioni fisiche e funzionali del territorio aventi rilevanza collettiva, nonché le azioni che determinano tali trasformazioni in modo da garantire:
a) la salvaguardia e la valorizzazione delle qualità ambientali, culturali e sociali del territorio;
b) la prevenzione e la riduzione dei rischi connessi all’uso del territorio e delle sue risorse;
c) la riqualificazione degli insediamenti storici aggregati e puntuali come definiti dall’articolo 60 ed il recupero del patrimonio edilizio, culturale, infrastrutturale, insediativo, ambientale, nonché il miglioramento della qualità degli insediamenti esistenti e del territorio non urbanizzato;
d) la riqualificazione degli insediamenti periferici e delle aree di particolare degrado al fine di eliminare le situazioni di svantaggio territoriale.

 

In conclusione, voi state cercando di giustificare tutto questo semplicemente con la scuola e altre opere pubbliche ma che sono solo delle opere di urbanizzazione a servizio della lottizzazione privata.

Ad oggi Patrica ha 5 scuole ma sono troppe e infatti 2 sono dismesse (Centro Anziani e Tufo), mentre le altre 3 scuole che sono in funzione, 2 sono utilizzate come scuole (la Scuola Media Capoluogo e la Scuola Materna delle Quattro Strade) e 1 è invece affittata a privati (asilo nido).

Inoltre le scuole in funzione, sono state tutte ristrutturate da poco.

Dov’è tutta questa urgenza per avere una nuova scuola in più oltre a quelle già esistenti?

Non sarà forse che state giocando sulla leva della scuola per nascondere agli occhi dei cittadini di Patrica il vero scopo di questo progetto, cioè quello di consentire a privati di eseguire una bella speculazione edilizia a Patrica distruggendo un patrimonio ambientale, storico e paesaggistico?

 

Vi ricordo, per chi avesse memoria corta, che la precedente Amministrazione è caduta proprio sul PUCG, perché, così come voi avete sempre denunciato, cercava di concentrare in una sola zona la maggior parte delle cubature edificabili possibili.

Voi cari Amministratori, oggi state facendo la stessa cosa, avete soltanto cambiato zona e strumento urbanistico, ma la finalità è la stessa.

 

La zona del Bacucco, inoltre, ha anche una funzione ambientale, perché svolge un ruolo importante per quanto riguarda la salute del cittadino, essendo di cesura tra l’area abitata di Patrica, la zona industriale e il SIN (Sito di Interesse Nazionale).

Se la edificassimo, andremo di fatto ad unire le zone abitate con le zone contaminate della Valle del Sacco, e quindi ci sarebbe anche un rischio per la salute delle persone.

 

Inoltre la zona della Bacucco, a pochissime centinaia di metri dalle sponde del Fiume Sacco, è una zona a forte rischio di esondazione da parte del Fiume stesso e questo rischio è reale e non presunto e tutti noi ricordiamo, con frequenza quasi annuale, il Fiume Sacco che straripa in zona Bacucco (vicino area di servizio New Energy) sommergendo completamente tutti i terreni adiacenti.

Che succederebbe se su questi terreni ci fossero le famose 12 costruzioni abitative o peggio ancora una scuola? Veramente pensate di mettere a rischio i vostri figli e i nostri figli dentro una scuola costruita su un’area a forte rischio di esondazione?

 

Invece, dal punto di vista urbanistico, approvando una variante al Piano di Fabbricazione, con uno sviluppo di grandi cubature, praticamente nei fatti andrete ad inficiare qualsiasi futuro piano urbanistico, questo perché l’attuale Piano di Fabbricazione degli anni 70 prevedeva una popolazione di circa 7.800 abitanti ed è stato quasi completamente esaurito con un decremento però della popolazione perché ad oggi siamo circa 3.100 abitanti e non 7.800 come nelle stime dell’epoca.

Quindi ad oggi la cubatura esistente e già superiore a quella necessaria per numero di abitanti, e quindi la cubatura sviluppabile è già satura e questo non lo dico io ma lo dite voi nella vostra relazione del DPI e se in zona Bacucco dovesse sorgere il nuovo centro residenziale di cui state parlando, nessuno potrà più costruire nelle varie contrade.

Con questa vostra variante all’attuale Piano di Fabbricazione, verrà solo autorizzata una nuova grande speculazione edilizia in zona Bacucco e quando si andrà poi a realizzare il PUCG, non resterà più niente alla contrade, anzi, si dovranno prevedere nel PUCG delle opere di de-urbanizzazione per ridurre la cubatura esistente.

 

Nella convenzione, già viene scritto a chiare lettere che, una volta ottenute le autorizzazioni necessarie, la lottizzazione verrà suddivisa e venduta.

Questo che cosa vuole dire?

Significa che quelle che voi oggi vendete agli occhi dei cittadini come opere di urbanizzazione pubblica utili alla cittadinanza quali la scuola, il centro sportivo, ecc. con lo spezzettamento e la vendita, rischiano di non essere mai realizzate da nessuno, in quanto ognuno guarderà solo la sua porzione di lotto in base ai propri millesimi di proprietà.

Questa situazione è già successa a Patrica, vedi con la lottizzazione delle Quattro Strade che ancora è ferma e aspetta di essere completata.

 

Sempre per coloro che hanno memoria corta, questo progetto del Bacucco S.p.A. nasce già durante la Prima Amministrazione Belli come parco giochi/divertimenti, poi riproposto alla Seconda Amministrazione Belli e poi anche Caprara, per cercare di trasformare questa zona da agricola ad adibita e a servizi di interesse provinciale.

Poi il vecchio PUCG che non è mai stato adottato, anzi è caduta una amministrazione con addirittura la fuoriuscita di alcuni consiglieri ad oggi facenti parte della maggioranza Fiordaliso.

Il vecchio Piano Regolatore accentrava tutta la cubatura in un posto e non la distribuiva in maniera uniforme su tutto il territorio sulle contrade, voi state facendo la stessa cosa anche se in maniera leggermente diversa e sfruttando uno strumento urbanistico diverso. State cambiando il metodo ma il risultato non cambia.

Quindi la vostra promessa elettorale di restituire dignità alle contrade, andando a distribuire la nuova cubatura all’interno delle contrade, è completamente disattesa da questa variante al Piano di Fabbricazione.

 

Inoltre, sempre dal punto di visto urbanistico, se lo scopo di questo progetto è quello di realizzare alberghi, sale conferenze, questo non ci serve perché già abbiamo li vicino una lottizzazione a servizi che è quella delle Quattro Strade che è stata iniziata e mai terminata e che prevedeva alberghi, sale conferenze, negozi, però non c’è stato interesse. Anche la lottizzazione Lagoscillo è adibita a servizi ma anche questa è ferma per mancanza di acquirenti.

A Patrica esistono già altre strutture private da utilizzare come sale conferenza (Villa Ecetra, Villa Cinelli, Villa del Poggio), quindi perché realizzarne un’altra?

 

Dal punto di vista politico poi,  è giusto ripercorrere alcune tappe storiche molto importanti:

-        Diversi dei Consiglieri ed Assessori, Sindaco compreso, oggi in maggioranza, quando si trovavano all’opposizione, hanno votato contro l’adozione del Piano Regolatore Belli e invece il 22.12.2017 hanno votato a favore di questa Variante al Piano di Fabbricazione che va esattamente nella stessa direzione voluta dalle precedenti Amministrazioni.

Ad oggi cosa farete cari assessori e consiglieri di maggioranza? Votando a favore di questo progetto della Bacucco S.p.A., lo scorso 22.12.2017 vi siete rimangiati quando detto per anni contro l’amministrazione Belli alla faccia della coerenza con voi stessi e con i cittadini di Patrica.

Avete cambiato orchestra, ma la musica è sempre la stessa.

Avete fatto una campagna elettorale promettendo:

- un nuovo Piano Regolatore che fosse utile ai cittadini e non agli speculatori, per ridare dignità alle contrade,

- le cubature possibili distribuite sulle contrade esistenti,

- la tutela dell’ambiente, del paesaggio e del territorio,

e invece il 22.12.2017 avete approvato un progetto che va nella direzione opposta.

La precedente amministrazione portava questa cubatura inserita nel Piano Regolatore, invece voi volete mettere in campo la diversa strategia tecnica e amministrativa della variante al Piano di Fabbricazione, ma il risultato è esattamente lo stesso, in quanto andrete di fatto a sottrarre questa cubatura al nuovo Piano Regolatore e quindi alle contrade.

 

Patrica, lì 08/02/2018